mercoledì 23 gennaio 2008

LA SCOLASTICA




Nel Medio Evo la Scolastica, il pensiero cristiano elaborato e studiato nelle scuole e nelle università, trionfa in tutto il mondo europeo unificato sotto Carlo Magno. La Scolastica, in principio, tende a superare il misticimo esasperato della Patristica ed a conciliarlo con il razionalismo aristotelico, affermando che la fede non è soltanto l'accettazione passiva delle verità enunciate nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, come statuite nei Concili : essa consiste piuttosto in una forma di conoscenza intima, fondata su una intuizione immediata, che non solo ci dà la certezza dell' eterno, ma ci permette anche di ragiungere l' essenza delle cose, di conoscere il mondo fuori di noi, nella sua profonda realtà. Ed è appunto attraverso questa visione del mondo che lo spirito si eleva direttamente e con continuità dalla conoscenza delle cose alla conoscenza di Dio. Sicchè, gli universali, le essenze, i valori assoluti non trascendono gli oggetti in cui si attuano, cioè non sono in sè ante rem, come le idee di Platone, vere astrazioni mentali, ma sono immanenti, bensì esistono in quanto attuati nell'oggetto.
SANT' ANSELMO d' AOSTA (XII secolo), pur seguace del pensiero agostiniano, tende a stabilire un equilibrio tra fede e ragione : la fede dà le intuizioni prime, la ragione le dimostra e le sostiene. Gli universali sono reali in sè come idee divine; sono reali nell'oggetto, come attuazione di quelle idee; sono reali nella mente umana, come riflesso di verità assolute. Pertanto, l'esistenza di Dio è provata dall'esistenza del mondo in cui possiamo riconoscere una maggiore o minore perfezione o dignità nelle cose proprio perchè possediamo l'idea della perfezione assoluta, cioè l'idea di Dio. Quindi è la conoscenza razionale della natura che ci conduce all'esistenza di Dio attraverso un puro processo dialettico.
Più avanti (XIII secolo), SAN TOMMASO d'AQUINO nella Summa compie la impresa di mettere d'accordo la filosofia aristotelica con quella cristiana medioevale. Egli distingue i campi di azione della ragione e della fede e mostra che tra essi non v'è contrarietà : la ragione è il mezzo per conoscere il mondo naturale e la sua attività consiste nell'estrarre principi intelligibili dalle cose sensibili; la fede ci fa conoscere invece il mondo soprannaturale, cui la ragione non può arrivare: le verità conosciute dall'una e dall'altra non si contraddicono e, comunque, entrambe hanno in comune le verità fondamentali della esistenza di Dio e dell'immortalità dell'anima, conosciute a priori direttamente dalla fede ed a posteriori indirettamente dalla ragione tramite le prove che ci dà l' esperienza : infatti, l'esistenza di un movimento presuppone la esistenza di un motore che tutto muove e da niente è mosso; ogni fenomeno ha una causa che presuppone l'esistenza di una causa prima non causata.
In tal modo Tommaso sviluppa secondo la concezione cristiana il pensiero aristotelico : in ogni creatura forma e materia si implicano a vicenda, posto che nella creazione Dio ha attuato in forme particolari il suo essere assoluto e questa attuazione è avvenuta in tre modi : come pura determinazione di singole forme dell'essere, prive di materia (gli angeli); come determinazione di forme della specie umana, diverse tra loro perchè ciascuna particolarmente adatta ad informare un solo corpo (le anime); come determinazione di forme di altre specie, ma tutte uguali nella specie in cui sono attuate (esseri diversi dall'uomo in quanto privi di anima). Solo le forme che hanno informato la materia dei singoli uomini non scompaiono con lo scomparire del corpo perchè, in forza dell' attitudine che avevano ricevuto di informare quel dato corpo, conservano la loro individualità. L'anima è dunque immortale.
Ne discende che per Tommaso gli universali esistono ante rem come idee; in re come attuazione di queste idee in forme pure (gli angeli) o in forme umane (le anime) o in forme meramente materiali.
Inoltre, come aveva affermato Agostino, il male non è una realtà, ma una mancanza, un non essere. Nel suo agire l'uomo è
diretto dall'intelletto che determina la volontà secondo i principi etici che sono in lui per legge di natura. Di qui le quattro virtù naturali aristoteliche che servono a regolare i rapporti con gli uomini (sapienza, giustizia, fortezza, temperanza) e le tre virtù che servono a regolare i rapporti con Dio (fede, speranza, carità). Virtù per il cui esercizio è necessaria la grazia, ossia l'aiuto divino concesso agli uomini in misura sufficiente alla loro salvezza e soltanto a taluni di essi, particolarmente eletti, in misura superiore per elevarli a pratiche più alte.
Tuttavia, Tommaso si distacca totalmente da Aristotele nella concezione dello Stato, in quanto pone l'autorità della Chiesa
al di sopra dell'autorità statale : il Pontefice è il Re dei Re a cui tutti i sovrani devono essere soggetti come a Cristo stesso.
Il pensiero tomistico, condensato nella Summa, sebbene intriso di cristianesimo, rappresenta il trionfo della mentalità greca espressa da Aristotele : la conoscenza razionale viene indicata come l'unica capace di farci conoscere il mondo della natura.
Ora, contro questa concezione del domenicano Tommaso, l'Ordine Francescano, che insegna nei conventi e nelle università, ricollegandosi alla filosofia agostiniana si orienta in Italia e in Germania verso una speculazione più decisamente mistica
ed in Inghilterra verso speculazioni più complesse.
Credo ut intelligam, dice SAN BONAVENTURA (XIII Sec.) : "credo per capire", nel senso agostiniano di una conoscenza che dapprima si rivolge con la mente alle cose sensibili, cosiderate vestigia della divinità; poi, con l'animo a se stesso ed in sè raggiunge l' immagine di Dio; in ultimo, con l'addentrarsi nel mondo ideale ed eterno che è la similitudine di Dio medesimo.
GIOVANNI ECKART, seguendo la tendenza panteistica tedesca, che porta all'affrancamento da ogni autorità teologica, sostiene che il mondo è un continuo processo di manifestazione divina attraverso il quale Dio si rivela a se stesso.
RUGGERO BACONE, espressione del movimento francescano che si sviluppò nell'Università di Oxford (XIII Sec.), fonda il cosiddetto "agostinianismo scientifico", cioè una concezione mistica del mondo, in quanto considerato nella sua essenza, e che egli chiama la"nuova vera scienza della natura". Per Bacone vi sono tre forme di conscenza : quella secondo autorità, che trova la sua fonte nel Vecchio e Nuovo Testamento e nei dogmi della Chiesa; quella secondo ragione e quella secondo esperienza. L'autorità ci dà la verità, ma non ci dà la comprensione di essa; la ragione ci dà la comprensione, ma non ci dà la verità; la esperienza ci offre la più completa certezza. Infatti, attraverso la "esperienza esterna"o"sensoriale" (l'esperienza della natura) conosciamo la individualità delle cose; attraverso la "esperienza interna" o"mistica" (l'esperienza dell'assoluto), che è illuminata da Dio, saliamo verso la divinità. La esperienza sensoriale rappresenta quindi il primo grado dell'esperoenza mistica.
Nell'ultimo periodo (XIII secolo) la Scolastica accentua, fuori dell'Italia, la distinzione tra fede e ragione scientifica.
Per GIOVANNI DUNS SCOTO le verità superiori, come la esistenza di Dio e l'immortalità dell'anima, che Tommaso affermava comuni alla fede ed alla ragione, non sono dimostrabili in alcun modo. Eppure questa indimostrabilità è irrilevante, perchè non è l' intelletto la facoltà umana suprema, ma la volontà : poichè Dio è volontà assoluta, l'uomo nella sua più alta espressione è volontà che accetta senza bisogno di dimostrazione le verità che Dio gli ha imposto.
Per GUGLIELMO OCCAM vi sono due forme di conoscenza : la conoscenza concettuale o astratta, basata su termini
convenzionali, come i "concetti": essa ci fa conoscere i rapporti esistenti tra questi termini, stabilendo un "ordine" convenzionale nella molteplicità delle cose; la conoscenza concreta, proveniente dall' esperienza, che si rivolge alle cose nella loro realtà individuale e ci fa conoscere ciò che le cose hanno di loro proprio, quel quid che le distingue l'una dall'altra. Perciò ragione e fede vengono nettamente separate : la prima è conoscenza di rapporti o di astrazioni; la seconda è conoscenza di realtà, di cose in sè. Conseguentemente il reale non è più l' universale, ma l' individuale.
In conclusione, nell'ultimo periodo la Scolastica, attraverso il pensiero dei Francescani di Oxford, concede alla ragione una completa indipendenza dalla fede, siccome strumenti di conoscenza nettamente distinti. Con l'effetto che nei secoli successivi la ragione, liberata dai vincoli della fede, proseguirà da sola sulla strada della conoscenza, avvalendosi dei nuovi valori
acquisiti dal pensiero filosofico : l' esperienza e la individualità.

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