sabato 5 gennaio 2008

I CAPISALDI DEL PENSIERO CRISTIANO

Il pensiero cristiano, con la Patristica e la Scolastica informa di sè tutta la filosofia medioevale (I - VIII secolo d.C.).
In un primo momento la patristica (così denominata in quanto frutto della meditazione e della predicazione dei Padri della
Chiesa) dette vita ad un'attività strettamente apologetica e divulgativa (I - III secolo), durante la quale gli apologeti cercarono
di mostrare il primato delle nuove dottrine su quelle pagane.
Infatti, per gli apologeti greci il cristianesimo è il momento conclusivo delle filosofie precedenti di cui è continuazione e perfezionamento : il principale apporto del cristianesimo è dato dalla fede, una forma di conoscenza irrazionale, ma non in contrasto con la ragione; conoscenza che l'uomo non avrebbe potuto raggiungere senza l'illuminazione portata da Cristo (1).
Invece, per gli apologeti latini il pensiero cristiano va separato nettamente dal pensiero pagano : la verità della fede non ha nulla a che fare con la verità della ragione perchè è un'illuminazione superiore che si presenta alla ragione come un vero assurdo (credo quia absurdum) (2).
In un secondo momento (II - III secolo), la patristica, rappresentata dalla speculazione alessandrina, cercò di creare
un vero sistema filosofico : la spiritualità ellenico-orientale di questo periodo, intensamente dialettica ed imbevuta di platonismo e neoplatonismo, portò ad affrontare numerosi problemi e condusse a diverse soluzioni molto spesso considerate eretiche.
Così in ORIGENE si riscontra un profondo travaglio di conciliazione tra la filosofia greca ed i principi religiosi cristiani, specialmente per quel che riguarda la creazione, il rapporto tra Dio Padre e Cristo suo figlio, l'esistenza della materia : egli ammette la creazione, ma la considera coeterna a Dio; ammette la identità del Figlio con il Padre in quanto coeterni, pur ritenendo il Figlio subordinato al Padre; ammette la imperfezione della materia, spiegandola come effetto degenerativo della creazione primitiva e non già come opera di Dio (3).
In un terzo momento (III - V secolo), la patristica sfocia nei movimenti ereticali scaturiti principalmente dalla soluzione
di due problemi : quello cristologico (rapporto di Cristo con l'umanità) e quello trinitario (rapporto di Cristo con le
altre due persone della Trinità). Se, infatti, il verbo si è fatto uomo, la sua natura è divina o umana? Ed ancora : se la Trinità
è una sola divinità, come devono essere intese le tre persone che la costituiscono? (4)
Il punto è che per il pensiero cristiano, una volta affermata l'esistenza di una divinità che trascende la ragione e che è al di fuori del tempo e dello spazio, diventa difficile stabilire un legame tra questa divinità ed il mondo razionale, trovare un passaggio dall'una all'altro. Quindi, in un successivo momento (IV - V secolo), quando la Chiesa sentì l'esigenza di fissare in modo sicuro i principi fondamentali della religione, si sviluppò una grande attività conciliare ecumenica.
La maturità teologica e filosofica che ne derivò è in gran parte dovuta al pensiero di Sant'Agostino.
__________
(1) Vedi, fra tutti, Giustino : "Dialogo con Trifone giudeo"; "Apologia prima"; "Apologia seconda".
(2) Vedi, fra tutti, Tertulliano, in particolare : "Apologeticus"; " De praescriptione haereticorum"; "De carme Christi".
(3) Vedi Origene : "Contra Celsum": "De Principiis".
(4) Vedi, fra tutti, Gregorio di Nissa : "Discorso catechetico", "Sull'anima e sulla resurrezione".



Nessun commento: