venerdì 30 novembre 2007

LA PROVA

Come si prova l'esitenza del Dio Unico delle grandi religioni monoteiste?
La prova di un'entità per sua definizione essenzialmente spirituale non può essere scientifica: ciò che non può essere verificato nel mondo fenomenico non è ovviamente dimostrabile.
Nemmeno è ipotizzabile la prova storica perchè nessuno ha dato testimonianza oculare di Dio e perchè non v'è documento che attesti inconfutabilmente un solo fatto in cui si riconosca una concreta manifestazione della divinità.
Gli scritti delle antiche religioni monoteiste non reggono all'analisi storico-critica delle "verità" che affermano.
Valga per tutti un breve cenno alla Bibbia ebraica, retaggio di più vecchi miti e superstizioni mediorientali (egiziani) ed orientali (indiani). Le comunità israeliane e cristiane hanno ritenuto sacri e canonici tutti i libri dell'Antico Testamento, in quanto scritti per ispirazione dello Spirito Santo, vale a dire in quanto dettati da Dio stesso. Solo che non appare plausibile far risalire alla rivelazione di un Dio perfetto testi che traboccano di innumerevoli contraddizioni letterarie, etiche e teologiche, come è emerso dall'esegesi dei nunerosi studiosi che vi hanno dedicato la loro attenzione.
Merita invece una più approfondita riflessione la cosiddetta prova logica, nelle sue tre articolazioni : a) ontologica (se Dio è perfezione assoluta l'esistenza è un attributo che necessariamente non può sfuggirgli); b) teleologica (l'armonia e la funzionalità dell'universo presuppongono un progettista unico ed intelligente); c) cosmologica (se ogni fenomeno è provocato da una causa anche l'universo è l'effetto di "una causa prima" o principio assoluto).
Ora, però, non pare sensato parlare di prova logica senza fare capolino nel pensiero filosofico che di logica appunto si nutre.

sabato 24 novembre 2007

LA DIVINITA'

L'idea della divinità si perde nella notte del genere umano. Abbiamo prova che l'uomo primordiale riconosceva qualità soprannaturali a cose, luoghi e fatti reali, attribuendo ad essi una spiritualità o un'anima, ossia un'energia intrinseca
che ne rappresentava la causa (v. Animismo). Questa forma di culto tribale evolve, successivamente, verso la intuizione di uno spirito superiore che viene raffigurato con la pietra, il legno, la creta e, in quelle immagini, viene temuto, idolatrato ed invocato (v. Magia, Tabuismo, Totetismo, Feticismo).
Ma l'idea di un'entità o di più entità supreme, talvolta trascendenti l'esperienza della materia, si affacia alla mente dell'uomo quand'egli raggiunge una più matura coscienza di sè e comincia a rendersi conto che il suo "io" è avvolto da qualcosa di diverso da sè, infinitamente più grande e più potente di lui. Da questa consapevolezza nascono i vari sistemi religiosi a struttura politeista e monoteista.
Fra le più antiche e complesse religioni politeiste vanno menzionate quella degli egiziani, degli assiri in Mesopotamia, dei babilonesi in Persia, dei germani, degli elleni in Grecia, degli abitanti dell' India nelle varie fasi del Vedismo, del Brahamanesimo, dell' Induismo e, poi, del Buddismo, che costituì una diramazione del Brahamanesimo.
In Cina il Confucianesimo accettò le divinità ed i vari demoni delle originarie religioni locali che veneravano semplici figurazioni simboliche prive di qualsiasi realtà, pur concependo nel suo insieme una compiuta dottrina morale. Sempre in Cina il Taoismo, piuttosto che una religione, rappresentò all'inizio una filosofia mistica e solo più tardi si dotò di divinità naturali il cui culto era originario dell'India o vigeva nelle diverse tradizioni locali.
In Giappone lo Shintoismo è l'unica religione politeista rimasta intatta nei secoli ed ancora viva ai giorni nostri.
Con l'avvento della religione ebraico-giudaica si affermò la credenza in un solo Dio chiamato Jahvè ("Colui che è") o Elohim ( plurale di un nome di incerta etimologia, traducibile esattamente nella parola "Dei" ) o Adonai ("Signore") : divinità invisibile e non rappresentabile in immagini, pura idea di un essere assoluto e trascendente, tuttavia non mera astrazione, ma idea vivente ed onnipotente, creatore del "tutto".
Il disegno divino e l'opera creatrice del Dio ebraico sono narrati nell' Antico Testamento (da "Berith", cioè Patto o Alleanza) , raccolta di testi sacri contenuti nella Bibbia ("Libri").
L'Antico Testamento ha come suo nucleo l'alleanza di Dio con il popolo di Israele per mezzo di Abramo e di Mosè : Dio elegge un popolo nella stirpe umana e a quel popolo eletto promette una futura redenzione per mezzo di un suo divino inviato e gli dà una legge morale ( la "Torah"), affinchè nell'attesa dell'inviato possa regolare la sua vita.
Il Nuovo Testamento testimonia nella Bibbia, attraverso testi sacri suoi propri, l'Alleanza di Dio con tutti gli uomini della terra (non più soltanto con gli ebrei), cui invia il Messia o il Cristo (l' "Unto" o il "Consacrato") con il compito di redimerli dal peccato originale mediante la definitiva legge morale che si rivolge non già agli atti esterni, bensì allo spirito. In tal modo il Cristianesimo continua e porta a compimento la legge giudaica.
Sotto l'influsso ebraico-cristiano Muhammad o Maometto ("Il Lodato") nel VII secolo dell'era volgare scrisse il Corano ("Lettura") e fondò la religione Islamica, riconducendo le varie deità che avevano fino ad allora popolato il politeismo arabo, ispirato a quello semitico, all' unico Dio rivelato dal profeta : Allah.
Racconta l'Antico Testamento : "In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque" (Gen. 1, 1). Dunque, in principio nulla esisteva se non la Somma Divinità, la quale decise di dare origine all'Universo e, quindi, di perfezionare la sua opera iniziale, tenebrosa e deserta, creando la luce e separando da essa le tenebre; ed inoltre separando il firmamento dall'ammasso della prima materia e le terre dal mare. Dopo, creò le piante e gli animali sulla terra, le stelle nel cielo, i pesci nelle acque, gli uccelli nell'aria e, infine, l'uomo (Gen. 1, 2, 30).
Così, il problema del "DA DOVE" per gli ebrei, i cristiani ed i maomettani appare risolto: l'uomo deve la sua esistenza ad un Dio unico, distinto dal mondo, artefice di tutto.


domenica 11 novembre 2007

INCIPIT

Dunque, il dilemma apparentemente è il seguente : l'universo, la materia e, poi, l' essere vivente risalgono all'atto
creativo di una intelligenza e di una volontà soprannaturali , oppure provengono dal fenomeno fisico del c.d. "Big Bang",
la immane esplosione cosmica da cui tutto avrebbe avuto origine?
Va detto che il dilemma è apparente, perchè non è ancora dimostrato che nihil est tertium. Comunque, resta propedeutico
alla domanda che non possiamo fare a meno di porci : "QUALE DOPO ?".